domenica 26 dicembre 2010

L’opinione del Washington Post sullo stare in piedi. E la rivoluzione?


From 05 November 2010 www.StemCellsandAtomBombs.blogspot.com: The Washington Post on standing. And revolution?


Mark Ramirez, un responsabile aziendale della AOL, lo fa. “Sembra più naturale. Non tornerei a stare seduto.”

Kate Kirkpatrick, una dirigente della Gensler, lo fa. “Non sento più il bisogno di schiacciare un pisolino a metà giornata. Il mio organismo è più in salute. Più reattivo. Non sento nemmeno più quei dolori al collo che avevo quando stavo seduta tutto il giorno. Sto più comoda adesso.”

I ragionieri lo fanno. I programmatori, i burocrati, gli operatori di telemarketing lo fanno. Persino l’ex segretario alla difesa Donald Rumsfeld lo fa.

Fanno che cosa, vi domandate?
Stanno in piedi. E amano starci.

Proprio quando pensavo di stare leggendo un articolo nel quale si parlava di persone che erano costrette su una sedia a rotelle ma che ora riescono ad alzarsi, ho realizzato che l’articolo parlava dello stare in piedi, ma al lavoro. Si trattava di un articolo su una nuova scrivania rialzabile e dell’azienda che la fabbrica, la GeekDesk. Sì, anche voi potete stare in piedi in ufficio con una nuova scrivania che costa 800 dollari e che può essere sollevata utilizzando motori elettrici.

Potete, se riuscite a stare in piedi.

Ma quando ero sul punto di passare all’articolo successivo, ho deciso di continuare a leggere, e sono contento di averlo fatto. Ho trovato alcuni motivi davvero interessanti per i quali è estremamente importante che io abbandoni la mia sedia. Ho perfino trovato alcune idee su come raggiungere il mio obiettivo.

James Levine, un endocrinologo che lavora presso la famosa Mayo Clinic, autore di “Your Chair: Comfortable but Deadly”, ci fornisce maggiori dettagli a sostegno della sua affermazione, “siamo stati costruiti per stare in piedi.”

  • Quando stiamo seduti, alcune importanti funzioni biologiche si prendono una pausa.
  • Un enzima che elimina il grasso pericoloso dai vasi sanguigni lavora correttamente solo quando il corpo si trova in posizione eretta.
  • Quando si sta in piedi si prevengono malattie cardiache, si bruciano calorie, aumenta il modo in cui l’insulina abbassa il livello di glucosio, e si produce colesterolo buono.

Così ho imparato perché stare seduti tutto il giorno è, secondo quanto dice Marc Hamilton, un eminente ricercatore sull’inattività, rischioso e pericoloso.
Hamilton va addirittura oltre definendo il problema di chi sta seduto, “il nuovo fumo”.

Ho detto scherzando che se starò di nuovo in piedi (no, non se, ma quando starò di nuovo in piedi) butterò via tutte le sedie che ci sono in casa mia. Ma come riuscirò ad alzarmi dalla mia sedia? È questo il punto importante.

Soltanto nell’ultima frase del paragrafo conclusivo James Levine, come un nuovo Lenin, ha dato la risposta su come riusciremo ad alzarci dalle nostre sedie.

“Persone sedute di tutto il mondo unitevi. È arrivato il momento di alzarsi!”

domenica 19 dicembre 2010

Rotting on Remand e i test della Geron

I stood before the judge that day
As he refused me bail
I knew that I would spend my time
Awaiting trial in jail
I cried there is no justice
As they led me out the door
And the judge said,
"This isn't a court of justice son, this is a court of law."
...I was picked up on suspicion of something I hadn't done
Here I sit in F Wing waiting for my trial to come
It's a cruel unusual punishment that society demands
Innocent till proven guilty, rotting on remand

Ero in piedi davanti al giudice quel giorno
Quando mi ha negato la libertà provvisoria
Sapevo che avrei passato il tempo
Ad aspettare il processo in galera
Ho gridato che non c'è giustizia
Quando mi hanno portato fuori
E il giudice ha detto
“Figliolo questo non è un tribunale di giustizia, è un tribunale della legge”.
… Sono stato arrestato perché sospettato di qualcosa che non ho fatto
Siedo qui nell'ala F aspettando il giorno dell'udienza
È una punizione crudele e insolita quella che la società chiede
Sei innocente fino a prova contraria,  marcisci in prigione in attesa del giudizio


“Quando abbiamo iniziato a lavorare con le cellule staminali embrionali umane nel 1999, molti dissero che ci sarebbero volute decine e decine di anni prima che una terapia a base di cellule staminali venisse approvata per i test clinici sugli esseri umani”, ha dichiarato il Dott.  Thomas B. Okarma, presidente e direttore generale dell'azienda con sede in California.
Pur essendo una pietra miliare nella tecnologia, il farmaco candidato è ancora lontano dall'essere testato e immesso sul mercato. Deve ancora affrontare parecchi anni di test per valutarne l'efficacia, se tutto va bene nelle prime fasi della sperimentazione.
 



So esattamente come si sente il protagonista della canzone. Chiunque si sia trovato di fronte a un dottore e si è sentito diagnosticare una malattia cronica può capire il testo di questa canzone.

Nel mio caso, il giorno dopo la mia operazione, il dottore mi spiegò chiaramente che ero paralizzato, ma grazie alle ricerche in corso sulle cellule staminali c'erano buone possibilità che in un futuro non troppo lontano si potesse fare qualcosa. Si è rifiutato di condannarmi, sarei marcito in prigione in attesa del giudizio.

Alcuni prigionieri si arrendono. Si rifiutano di partecipare alla vita. Alcuni prigionieri, soprattutto in quei Paesi con più programmi riabilitativi, vanno avanti con le loro vite. Vanno a scuola, scrivono libri, studiano legge, si sposano anche e  godono delle visite coniugali.

Ma tutti i prigionieri, indipendentemente da come decidono di vivere le proprie vite dentro, tutti hanno qualcosa in comune; sono privati della completa libertà, in maniera molto simile a chi soffre di una malattia cronica. Non c'è modo di vivere a pieno la propria vita, puoi solo “usare il tuo tempo con saggezza – costruire il tuo tempo” o “lottare contro il tempo”. In un modo o nell'altro, sei un prigioniero.

Tutte le prove riguardo l'effetto rigenerativo delle cellule staminali sulle lesioni del midollo spinale, la cecità, la SLA, la sclerosi multipla, le patologie cardiache, etc... non servono a niente se non arriviamo alle cure per gli esseri umani. Nel caso delle lesioni al midollo spinale dicono che bisogna andare piano, che non si possono correre grandi rischi perché godiamo di una certa qualità della vita sulle nostre sedie a rotelle. Sì, possiamo avere una certa qualità della vita, proprio come un prigioniero modello, ma comunque continuiamo a marcire in cella in attesa del giudizio.

Ora, non sto dicendo che dovremmo correre dei rischi sconsiderati. Sto solo dicendo che fin tanto che il governo rimane dietro le quinte a gestire l'intero progetto, non dovrebbe lasciarlo nelle mani della Geron e dei suoi investitori (che potrebbero anche andare via se i test non dovessero avere successo). Non sto nemmeno proponendo di correre un rischio grande quanto quello che si temeva durante il primo test della bomba atomica a Los Alamos. Lì erano preoccupati per un rischio davvero enorme.

Uno degli scienziati sollevò la questione della possibilità che la bomba atomica incendiasse l'atmosfera. Un altro scienziato calcolò che non poteva succedere e dopo alcuni studi conclusero che “non era impossibile che l'atmosfera si incendiasse, era solo poco probabile”. Ma la questione non fu mai del tutto conclusa fino al giorno in cui hanno fatto esplodere la prima bomba.

Era un bel rischio, quella storia di far incendiare l'atmosfera, ma sono andati avanti comunque per vincere la guerra.

Dovremmo rifiutarci di diventare prigionieri modello e aspettare pazientemente. Dobbiamo far sentire le nostre voci tutti insieme per vincere la guerra.

sabato 4 dicembre 2010

Le fissazioni e il Summit Mondiale sulle Cellule Staminali


From 09 October 2010 www.StemCellsandAtomBombs.blogspot.com : Fetishes and the World Stem Cell Summit


Secondo molte persone TUTTE le cellule staminali equivalgono alle cellule staminali EMBRIONALI (cellule staminali derivate dagli embrioni).

È vero? Le persone potevano supporre tutto ciò?

Tutto ciò non è vero né è frutto dell’immaginazione della gente. Queste convinzioni hanno origine dai nostri amici che lavorano con i media. Non voglio dire che siano dominate dai liberali o dai conservatori, dai Democratici o dai Repubblicani, dai simpatizzanti di sinistra o di destra che tentano di distorcere la storia a loro piacimento, ma bisogna affrontare la realtà dei fatti, i media sono un business e vendono notizie, le più controverse, quelle che permettono più facilmente di vendere storie. Da qui ha origine il focus sulle cellule staminali embrionali.

Si tratta di un argomento caldo. Utilizzare embrioni scartati per curare le malattie croniche. È qualcosa di controverso. Usare embrioni che devono essere distrutti dopo l’estrazione delle cellule staminali.

Le persone sono fortemente divise. I campi sono profondamente trincerati. Questi argomenti vendono notizie e occorre fare attenzione a quanto riportato dai media. Sapete quante storie ho letto e visto sulle Cellule Staminali Adulte (cellule staminali derivate dagli stessi pazienti) nelle quali si parla della controversia sulle CELLULE STAMINALI EMBRIONALI anche quando essa non ha nulla a che vedere con quanto viene raccontato?  Ho visto una storia nella quale si faceva il resoconto delle sperimentazioni cliniche portate avanti dalla TCA Cellular Therapeutics per le lesioni al midollo spinale utilizzando cellule staminali del midollo osseo; alla fine i reporter introducevano un sondaggio e chiedevano alle persone se erano pro o contro le cellule staminali embrionali. Non si tratta di reportage realizzati in modo poco corretto, ma siamo di fronte a un terribile sensazionalismo che pone le cellule staminali al centro di un dibattito morale dimenticando i benefici di cui tutte le persone possono godere grazie alla ricerca sulle cellule staminali.

Si potrebbe pensare che in America, dove il dibattito sulla ricerca sulle cellule staminali embrionali sembra quello che crea maggiori divisioni e dove i tribunali recentemente hanno bloccato i finanziamenti statali per la ricerca sulle cellule staminali embrionali, la società sia amaramente divisa. Ma anche questo non è vero. Un sondaggio di Angus Reid del 2007 mostra che i 2/3 degli Americani sono a favore della ricerca sulle cellule staminali embrionali, mentre un sondaggio del 2009 evidenzia che soltanto il 20% degli Americani si oppone a qualsiasi tipo di ricerca che preveda l’utilizzo di embrioni. Gli unici luoghi nei quali il dibattito crea maggiori divisioni sono la TV e i giornali, perché la maggior parte della gente vuole esplorare a fondo tutte le opzioni.
Basti pensare a tutta la copertura mediatica sulle cellule staminali embrionali e poi considerare che in occasione del Summit Mondiale sulle Cellule Staminali, tenutosi a Detroit dal 4 al 6 Ottobre, non c’è stata quasi copertura da parte dei media. Se si fosse trattato di un summit sulle cellule staminali EMBRIONALI sono sicuro che tutta la stampa sarebbe stata presente. Ma visto che soltanto alcuni dei 150 relatori parlavano delle cellule staminali embrionali, i mezzi stampa si sono tenuti lontani da questa vetrina mondiale delle terapie a base di cellule staminali.

Così posso confermare quanto detto in precedenza; le persone non immaginavano che la ricerca sulle cellule staminali fosse uguale a quella sugli EMBRIONI, qualcun altro glielo aveva fatto credere.

Se chi è contro la ricerca sulle staminali embrionali usasse la sua energia per lavorare su altre cure a base di cellule staminali invece di vendere mezze verità ai media, almeno si otterrebbe qualcosa di positivo. Stranamente, gli oppositori della ricerca sulle cellule staminali embrionali appartenenti agli ambienti vaticani stanno facendo realmente qualcosa di positivo finanziando la ricerca sulle cellule staminali adulte. Il Vaticano, dunque, non sta soltanto continuando a condannare la ricerca sulle cellule staminali, ma sta anche investendo il suo denaro (2.7 milioni di dollari) nei settori dove ha i suoi sbocchi e sta finanziando la ricerca dell’Università del Maryland.

Spero che un giorno possiamo vedere: in primo luogo, più onestà nei media per quanto riguarda la ricerca sulle cellule staminali, e in secondo luogo, più iniziative per la ricerca sulle cellule staminali adulte da parte di chi si oppone alla ricerca sulle cellule staminali embrionali.

domenica 28 novembre 2010

E dire che pensavo che la bomba atomica fosse perfetta

From 30 September 2010 www.StemCellandAtomBombs.blogspot.com: 





Proprio quando pensavo che la creazione della bomba atomica esemplificasse perfettamente ciò che può essere fatto con il pieno appoggio, il coordinamento e i finanziamenti del governo, mi sono reso conto di avere compreso soltanto la metà della storia.

Sì, avevo ragione a dire che l’uso del pieno potere dello stato ha permesso di costruire la bomba atomica velocemente, ma che senso ha possedere un congegno nucleare se non puoi organizzare un bombardamento?  Sarebbe come avere una cura a base di cellule staminali per la cecità e non usarla per guarire i ciechi (cliccare qui per maggiori informazioni).

No, la storia successiva alla costruzione della bomba dimostra ancora più chiaramente che il governo ha giocato un ruolo strategico sia nel rafforzamento del potere distruttivo della bomba sia nell’assicurare che la bomba sarebbe stata sganciata allo scopo di causare il maggior numero possibile di morti.

In primo luogo intendevano aumentare la potenza della bomba atomica stessa, quindi hanno creato la nuova e migliorata bomba-A, la Bomba a Idrogeno. La prima bomba atomica sganciata su Hiroshima aveva una potenza di appena 12.5 chilotoni (N.B: I Chilotoni non servono per indicare il peso della bomba, ma la sua equivalenza in TNT (Tritolo). Dunque l’unica bomba sganciata su Hiroshima equivaleva al lancio di 12.5 chilotoni di TNT). La bomba a idrogeno, sviluppata poco dopo la bomba atomica, ha reso il valore dei CHILOTONI obsoleto. La bomba a idrogeno ha aumentato il conteggio ai MEGAtoni.

Ma ripeto, a che serve avere alcuni megatoni se non hai la possibilità di impiegarli?

Così negli anni ’50 gli Americani e i Sovietici fremevano per vedere chi riuscisse a bombardare meglio il nemico. Costruirono bombardieri a lungo raggio e un’ampia gamma di armi nucleari tattiche inclusi granate di artiglieria a fissione nucleare, missili a corto raggio, e anche mine terrestri. Infine i Missili Balistici Intercontinentali negli anni ’60 consentirono ad ognuna delle superpotenze di impiegare armi nucleari con un basso livello di allarme.

Migliaia di bombe atomiche e a idrogeno. E allora?
I mezzi per dispiegare queste armi. E quindi?

Adesso c’era bisogno di un piano efficace con il quale commettere delle stragi.

Così nel 1960, durante gli ultimi mesi del suo mandato presidenziale, l’allora presidente Eisenhower, insieme con l’esercito, ideò il SIOP, acronimo di Single Integrated Operational Plan (Piano Operativo Integrato Singolo).

Fino ad allora, ogni divisione delle forze armate – l’Esercito, la Marina, e l’Aeronautica – aveva costruito le sue armi nucleari seguendo i suoi piani bellici. Eisenhower aveva le idee chiare. Non era possibile che tutti volenti o nolenti dovessero avere a che fare con le armi nucleari, non era un modus operandi efficace, c’era l’esigenza di un piano di attacco COORDINATO. Il SIOP rappresentò proprio questo.

Alcuni esempi.

Se i Sovietici avessero attaccato gli USA o l’Europa occidentale, allora gli USA avrebbero dispiegato TUTTE le loro armi nucleari contro l’Unione Sovietica, l’Europa Orientale, e la Cina comunista. Il SIOP consentì inoltre di predeterminare quali armi e quante di esse sarebbero state sganciate su ogni obiettivo. 1459 bombe, per un totale di 2164 megatoni – contro 654 obiettivi con un numero di morti pari a 175 milioni di persone.

Secondo il piano, una città Russa delle dimensioni di Hiroshima sarebbe stata oggetto di tre bombe: una bomba da 4.5 megatoni e due bombe da 1.1 megatoni nel caso in cui la prima non fosse esplosa. Una potenza pari a 600 volte il potere esplosivo dei miserabili 12.5 chilotoni sganciati su Hiroshima. Un articolo della rivista Time pubblicato il 27 Settembre 2010, in merito al piano afferma che, “I calcoli effettuati nei vari piani facevano rizzare i capelli, e avevano come risultato stragi tremende.”

L’Albania, un paese molto piccolo che all’epoca si stava staccando dal blocco Sovietico giustificò l’utilizzo di una bomba MULTImegatoni con il fatto che fossero in possesso di un ampio radar di difesa aerea. Mentre spiegava il piano albanese alla nuova amministrazione Kennedy un generale disse a Robert McNamara, il nuovo Segretario alla Difesa: “Signor Segretario, spero che non abbia amici o parenti in Albania, perché abbiamo intenzione di cancellarla!”

Questo sì che è un piano! L’attrezzatura, i mezzi e un piano per utilizzarla.
E per le cellule staminali?


sabato 20 novembre 2010

Democrazia e malattia

From 19 September 2010 www.StemCellsandAtomBombs.blogspot.com: Democracy and disease


Finalmente sono tornato a casa. È fantastico essere di nuovo con mia moglie e i miei figli. Devo ammettere che ero un po' nervoso all'inizio ma le cose sembrano andare per il meglio.

La solitudine dell'ospedale probabilmente mi ha aiutato a scrivere, ma sono determinato a portare avanti questo blog anche adesso che sono a casa. Forse sarà un po' difficile scrivere con i bambini che corrono per casa, ma spero che questa nuova normalità migliori le storie che vedrete su questo blog.

Grazie per tutte le parole gentili che mi avete rivolto quando sono stato dimesso. Auguro a tutti voi tanta salute e felicità.

Cominciamo.

Giustamente siamo tutti indignati quando sentiamo di persone, soprattutto bambini, che nei Paesi del Terzo Mondo muoiono per malattie che si possono totalmente prevenire e curare. Malattie come il morbillo, la diarrea e la polmonite, che non uccidono i nostri bambini nei Paesi sviluppati, e la malaria, che per la maggior parte di noi non è neanche un problema, uccidono ogni anno 11 milioni di bambini.

La maggior parte dei decessi è concentrata in un gruppo di nazioni. In soli sei Paesi si verifica la metà dei decessi mondiali di bambini di età inferiore a cinque anni, e in 42 Paesi si concentra il 90% dei decessi in generale. L'India, la Nigeria, la Cina, il Pakistan, la Repubblica Democratica del Congo e l'Etiopia da sole vedono morire ogni anno 5,5 milioni di bambini. In totale, il 41% dei decessi di bambini si verifica nell'Africa Subsahariana e un altro 34% nell'Asia meridionale.

Le morti dovute a queste malattie non dipendono da un problema scientifico o di tipo finanziario. Le soluzioni scientifiche esistono già per arginare queste malattie e persino i Paesi più poveri potrebbero affrontare l'aspetto finanziario della cosa se rendessero conto ai propri cittadini di come e dove spendono il denaro. Detto in parole povere, questi decessi sono dovuti a una mancanza di democrazia in queste nazioni. Dei sei Paesi menzionati nel paragrafo precedente, nessuno di essi è stato classificato come piena democrazia secondo l'Indice di democrazia dell'Economist Intelligent Unit.

Cosa intendo per mancanza di democrazia?
Ai governi di queste nazioni non interessa che i propri cittadini muoiano, questo perché le vite dei poveri hanno poco valore, E perché i loro stessi cittadini, a causa del regime autoritario che viene loro imposto o per la povertà alla quale sono costretti, non sono nella posizione di poter cambiare la situazione. Questa non è una sorta di pretenziosa teoria della democrazia, questa è la realtà.

Che cosa accadrebbe in Canada o in Gran Bretagna se i bambini morissero di diarrea? I genitori lo permetterebbero? No, e sarebbero nella posizione di modificare l'operato dei propri governi. I genitori nei Paesi con un regime autoritario non hanno questa possibilità. Voi sì invece!

Allora che cosa centra questo con le cellule staminali e le lesioni al midollo spinale, o con le cellule staminali e la sclerosi multipla, o con le cellule staminali e la cecità? È la stessa cosa, è solo una questione di democrazia.

Como posso dire una cosa del genere?
Facile.

Non ci sono reali barriere scientifiche o finanziarie alle cure tramite cellule staminali. Di sicuro avranno bisogno di alcune modifiche, ma sono lì o comunque sono molto, molto vicine. Ci sono stati progressi nella ricerca sulle cellule staminali embrionali, ma ancora di più con le cellule staminali adulte, ma più si continuerà a focalizzare il dibattito sulla differenza tra questi due tipi di cellule staminali, più la gente normale ne resterà fuori. Non perché le persone normali abbiano problemi con un tipo di cellule piuttosto che un altro, ma perché gli argomenti sono troppo tecnici e scientifici per catturare il loro interesse e farli sentire coinvolti.

Il nostro obiettivo richiede che si cambi il dibattito sulle cellule staminali, che non sia più una questione scientifica ma una questione di democrazia.

A differenza di coloro che vivono nei Paesi dove non c'è una vera democrazia, le persone che vivono nelle più importanti democrazie non devono rimanere in silenzio rispetto al loro desiderio di veder continuare la ricerca e le cure basate sulle cellule staminali. Nessuno vi porterà via durante la notte per aver parlato. La cura è proprio lì dove c'è la vostra voce, ma se non fate sentire la vostra voce, la cura non arriverà mai alle persone e continuerà a concentrarsi sui topi e sulle scimmie.

Allora sono un egoista se mi batto per chiedere che vengano curate delle malattie croniche mentre la diarrea continua a uccidere i bambini in Africa e nell'Asia sudorientale? No, perché sono due cose che non hanno niente a che fare l'una con l'altra. I salari elevati nei Paesi occidentali non fanno abbassare i salari dei Paesi poveri, il fatto che uno abbia una TV ad alta definizione non impedisce a un bambino povero di andare a scuola, e puntare l'attenzione sulle cellule staminali non impedisce che si trovi una cura per evitare le morti dovute alla diarrea.

In realtà, chiedere che la scienza e la medicina si aprano all'opinione della gente comune non solo ci aiuterebbe ad avere le cure basate sulle cellule staminali ma, se ci concentriamo correttamente sul movimento, ci assicureremo che le persone nei Paesi poveri siano incoraggiate a combattere i propri regimi anti-democratici e a chiedere cambiamenti reali per quanto riguarda la propria situazione sanitaria e finanziaria.

Se pensate che io sia pazzo a fare una richiesta del genere per ottenere una cura o che voi siate pazzi a pensare che una simile richiesta possa essere soddisfatta, allora ricordate la citazione tratta da L'Olio di Lorenzo che ho menzionato due post fa.

Ricordate il Progetto Manhattan? Ventotto mesi. Gli ci sono voluti ventotto mesi. Ora, se gli scienziati possono unirsi per fabbricare la bomba atomica,… sicuramente...

Se un Paese come la Corea del Nord, dove la gente muore di fame, può costruire un ordigno atomico, questo dimostra che i soldi non sono una barriera per la scienza. Nella Corea del Nord la gente non può far sentire la sua voce  e chiedere che i soldi vengano utilizzati per soddisfare i bisogni delle persone, ma nei Paesi da cui la maggior parte di voi sta leggendo questo post, avete questo diritto. Allora non sprechiamolo.

Le cure basate sulle cellule staminali sono dietro l'angolo se lo chiedete. Quello su cui dobbiamo concentrarci adesso è come far sentire tutti insieme la nostra voce.

martedì 16 novembre 2010

Sigarette, CelluleStaminali&BombeAtomiche

From 15 October 2010 www.StemCellsandAtomBombs.blogspot.com: Cigarettes, StemCells&AtomBomb


Scarsa pianificazione? Mancanza di coordinamento? Fallimento del governo? Insuccesso del settore privato?
Il quotidiano nipponico Yomiuri ha pubblicato un articolo nel quale si parla dell’esaurimento delle scorte del farmaco Champix in Giappone.

Il Champix, prodotto dalla Pfizer Japan, è un farmaco per smettere di fumare da assumere per via orale che blocca la parte del cervello che riceve la nicotina, rendendo difficile per i fumatori assaporare il gusto delle sigarette.

Il governo del Giappone aveva una grande occasione e l’ha gettata al vento!
In data 1 Ottobre si registra un incremento del prezzo delle sigarette pari al 35%. Un aumento notevole che faceva parte delle misure antifumo intraprese dal governo e che era volto a incitare le persone a smettere di fumare. Dunque perché ci sono poche scorte del miglior farmaco anti-fumo sul mercato?

Lo Yomiuri ha riportato che, “la domanda superava di gran lunga le previsioni della Pfizer.” Un dottore della famosa Facoltà di Medicina di Tokyo ha affermato (citazione) “Non mi aspettavo neanche lontanamente che l’incremento di quasi 100 YEN del prezzo delle sigarette avrebbe provocato un aumento della richiesta del farmaco.”

Non do la colpa né al dottore né alla Pfizer Japan. Mi sembra surreale che loro siano rimasti scioccati dall’enorme crescita della richiesta di questo farmaco, ma non spetta a loro occuparsi della salute generale del popolo giapponese. È compito del governo.

Non sto dicendo che il governo non sia in grado di programmare in dettaglio queste cose, dico che NON LO HA FATTO, e questo è il problema.

È un problema ideologico. Di fatto, è un problema ideologico che sta interferendo con le questioni pratiche relative alla salute. Questa ideologia sostiene che i governi non dovrebbero interferire sul mercato. Secondo questa ideologia / religione, la Pfizer avrebbe dovuto prevedere l’aumento della richiesta del farmaco e quindi soddisfare l’esigenza del mercato per massimizzare i profitti. Allora che cosa è andato storto?

È semplice. La Pfizer non ha aumentato le scorte nel caso in cui non ci fosse stata una richiesta. Sono andati sul sicuro e probabilmente hanno perso delle vendite, ma cosa più importante non hanno rischiato di perdere del denaro aumentando la fornitura di qualcosa che forse nessuno avrebbe voluto.

Dunque che cosa sarebbe dovuto succedere?

Il governo avrebbe dovuto…
… mettere in programma un incremento.
… istruire le persone su questo modo molto facile per smettere di fumare.
… fare un’indagine sulla volontà dei fumatori di smettere.
… assicurare un’adeguata fornitura di questo farmaco per FAR SÌ che soddisfi la domanda.

È semplice comprendere perché le persone siano ciniche e pensino che questo non sarebbe stato concepito come un provvedimento per la salute pubblica ma come una misura fiscale.

In un paese dove oltre il 30% della popolazione fuma questo sarebbe potuto essere un piano eccellente per smettere di fumare, ma invece la casa di produzione farmaceutica ha chiesto agli ospedali di rinviare la prescrizione del farmaco ai nuovi pazienti poiché non sarà possibile disporne prima del prossimo anno.

Entro il 2011, lo shock per l’incremento sarà diminuito e questa opportunità d’oro sarà andata perduta.

Vi accorgerete che i governi non saranno mai a corto di uranio per alimentare le bombe atomiche. No! Anche uno stato fallito come la Corea del Nord può assicurare questo male.

Penso che non ci sia bisogno di parlare del perché non c’è ancora una cura a base di cellule staminali per le lesioni del midollo spinale.

mercoledì 3 novembre 2010

"Non è una questione tecnica. È finanziaria."


From 24 June 2010 www.StemCellsandAtomBombs.blogspot.com:  "It’s not a technical issue. It’s the financing."




Come ho già accennato nei precedenti articoli, lo sviluppo della bomba atomica è stato il frutto di una collaborazione a tre: Stati Uniti, Regno Unito e Canada. Questi tre Paesi hanno una lunga storia di collaborazione alle spalle, di cui l’esempio più recente è il lavoro congiunto in Afghanistan.

Questi tre Paesi hanno anche qualcos’altro in comune: soltanto una minoranza dei loro cittadini è a favore dello sforzo bellico in Afghanistan. Non soltanto in Canada o in Gran Bretagna, ma anche negli Stati Uniti.


Secondo un sondaggio di giugno di Angus Reid, soltanto il 33% dei canadesi è favorevole a quando fatto dal Canada. Con il 59% dei canadesi contrario alla guerra condotta in Afghanistan, secondo il Responsabile Parlamentare per il Bilancio il governo canadese spenderà 18,1 miliardi di dollari entro fine 2011, pari a 1.500 dollari per famiglia.

Secondo un altro sondaggio di giugno di Angus Reid, nel Regno Unito soltanto il 38% dei cittadini britannici è favorevole alla guerra condotta in Afghanistan, mentre il 55% della popolazione è contraria. Nonostante ciò, il governo britannico spenderà 5 miliardi di sterline
nel 2010.

Negli Stati Uniti, dove per il 53% degli abitanti sarebbe stato meglio non combattere la Guerra in Afghanistan, tra il 2001 e il settembre 2010 la spesa bellica è stata di ben 299 miliardi di dollari
.

Che si sia favorevoli o contrari alla guerra, le cifre spese sono altissime se pensiamo che la maggioranza degli abitanti dei Paesi che finanziano la guerra è contraria.


Non mi metterò a fare il totale di quanto speso dai tre Paesi per la guerra perché la somma potete farla da voi. Piuttosto, c’è da chiedersi il perché di questa spesa. È per proteggere gli oltre 100.000 soldati stranieri che combattono in Afghanistan? È per la libertà dei 29 milioni di abitanti dell’Afghanistan? È per proteggere noi stessi da futuri attentati terroristici?


Confrontate questi motivi con l’elenco delle seguenti malattie che potenzialmente si potrebbero curare facendo ricerca sulle cellule staminali: sclerosi multipla, morbo di Parkinson, morbo di Alzheimer, diabete, lesioni al midollo spinale, sclerosi laterale amiotrofica, malattie polmonari, artrite, anemia drepanocitica, insufficienza organica, cancro. Non mi metterò a fare calcoli neanche queste cifre per ricavare il totale di vite che si potrebbero salvare. Fatto sta che la ricerca sulle cellule staminali non solo non riceve un numero sufficiente di finanziamenti, ma non dispone nemmeno di cifre ufficiali precise in merito a quanto riceve dai governi. 


Si potrebbe persino pensare che la mancanza di finanziamenti derivi dall’opposizione della maggioranza della popolazione alla ricerca sulle cellule staminali, specialmente sulle cellule staminali embrionali, le più controverse. Sarebbe ragionevole pensarla così usando il seguente ragionamento di base...


La maggioranza dei cittadini di Canada, Stati Uniti e Regno Unito è contraria alla guerra in Afghanistan...

Tuttavia questi governi spendono miliardi e miliardi per questo motivo...
Di conseguenza, non dobbiamo spendere miliardi e miliardi per finanziare la ricerca sulle staminali perché ci deve essere un’opposizione massiccia.

Detta così la cosa avrebbe senso, peccato che è sbagliata.


Secondo i più recenti sondaggi, in tutti e tre i Paesi la maggioranza della popolazione è chiaramente favorevole alla ricerca sulle cellule staminali: in Canada è a favore il 64%, negli Stati Uniti è a favore il 52% e addirittura nel Regno Unito è a favore il 79% della popolazione.


Potreste aver voglia di scoprire la risposta alla domanda «perché non spediamo di più per la ricerca sulle staminali?» andando alla fonte
. Se siete motivate fino a questo punto, provate a scrivere ai Signori Obama, Harper e Cameron.

Basta fare copia e incolla del seguente messaggio in inglese e cliccare sul link di uno dei tre leader per inviare il messaggio
.

Sir,
I am writing to you in regards to your government's commitment to stem cell research. Great strides are being made in research but due to a lack of funding we are still not able to transfer this research from the laboratory to the hospitals to treat human illness. 
Dr. Hans Keirstead, a leading stem cell researcher, made the following comments on 60 Minutes in 2007. "For me it’s not a matter of if, it’s a matter of when. And there’s a pivotal point here; is it going to be in several years, or is going to be in a couple of years? The deciding factor there is not can we do it or not. It’s not a technical issue. It’s the financing."
In a light of this statement, I have two questions for you.
1. How much is your government spending on stem cell research?
2. When will your government make the same financial commitment to stem cell funding, which a majority of the public supports, as to your war in Afghanistan, which a majority of the public does not support?
Thank you.

Traduzione:
Egregio Signore,
Le scrivo in merito all’impegno del Suo Governo nei confronti della ricerca sulle cellule staminali. La ricerca sta facendo grossi passi in avanti, ma a causa della mancanza di fondi non siamo ancora in grado di trasferire questa ricerca dal laboratorio agli ospedali per curare le patologie umane. 
Nel 2007 il Dottor Hans Keirstead, uno dei principali ricercatori di cellule staminali, ha fatto il seguente commento nel programma “60 Minutes”: «Per me non è questione di se, è questione di quando. Qui c’è un punto centrale: ci vorranno sette anni o ci vorrà un paio di anni?Lì il fattore decisivo non è se possiamo farlo o meno. Non è una questione tecnica. È finanziaria».
Alla luce di questa dichiarazione, ho due domande per Lei.
1. Quanto spende attualmente il Suo Governo per la ricerca sulle cellule staminali?
2. Quando accadrà che il Governo si impegnerà finanziariamente nella ricerca sulle cellule staminali, che vede il favore della maggioranza della popolazione, tanto quanto si impegna finanziariamente nella guerra in Afghanistan, che vede l’opposizione della maggioranza della popolazione?
La ringrazio.




Mandate un messaggio anche a me per farmi sapere che avete mandato l’e-mail e in caso otteniate risposta. Io ho appena inviato la mia.

sabato 23 ottobre 2010

CelluleStaminali&BombeAtomiche


From 23 October 2010 www.StemCellsandAtomBombs.blogspot.com: Italian StemCells&AtomBombs


"O Eterno, ascolta la mia preghiera, e porgi l'orecchio al mio grido; non esser sordo alle mie lacrime; poiché io sono uno straniero presso a te,  - un pellegrino, come tutti i miei padri." (Salmo XXXIX)

E con questi versi tratti dai Salmi, lancio la versione italiana di StemCells&AtomBombs, www.CelluleStaminalieBombeAtomiche.blogspot.com.

La versione italiana del blog ha un posto speciale nel mio cuore perché, nonostante io viva ad Osaka, in Giappone, e sia nato a Woodstock, Ontario, in Canada, mia madre e mio padre sono entrambi italiani. In effetti l'italiano è la mia prima lingua visto che ho imparato a parlare bene l'inglese solo quando ho iniziato la scuola. L'italiano è la lingua della mia infanzia, la lingua che parlo con mia madre e che parlavo con mio padre, che è venuto a mancare quindici anni fa, la lingua che parlavo con mia nonna, con i miei zii, le mie zie e gli amici dei miei genitori.

Ma come spesso accade ai figli di immigrati, la comprensione della nostra lingua madre è limitata perché non abbiamo ricevuto un'istruzione nella lingua dei nostri genitori. Poco alla volta, man mano che l'inglese prendeva il sopravvento nella nostra mente, ci siamo allontanati un po' dai nostri genitori. Il nostro italiano non era sufficiente per esprimere ciò che volevamo dire ai nostri genitori, e l'inglese dei nostri genitori non era abbastanza buono per capire esattamente quello che volevamo dire... poiché io sono uno straniero presso a te.

Spero che grazie alla dedizione del team di traduttrici volontarie (Anna Recchia, Nicoletta Natoli e Daniela Bollini) mia madre possa leggere i miei pensieri da adulto e capirmi un po' meglio. Spero che sia contenta del figlio che ha cresciuto.

Ho parenti sparsi in tutto il mondo. Dall'Italia alla Svizzera, i fratelli di mio padre e mio padre stesso per un breve periodo prima che compisse vent'anni. Dall'Italia all'Argentina, il fratello di mio padre che è morto lì dopo poco tempo. Dall'Italia all'America per due volte e poi di nuovo in Italia, il mio bisnonno dalla parte di mia madre. Dall'Italia alla Francia e dall'Italia a Boston in America, gli zii di mia madre. E dall'Italia al Canada, mio padre a diciannove anni e mia madre intorno ai venti, insieme ai tanti cugini di mio padre che erano già lì, e, dalla parte di mia madre, tutti tranne due sorelle, più mia nonna. Probabilmente ho cugini in posti che nemmeno conosco.

E adesso io, che mi sono trasferito in Giappone dove ho due figli che sono per metà italo-canadesi e per metà giapponesi. Mia moglie scherza su dove vivranno un giorno i miei ragazzi, ma io sono irremovibile, la storia della migrazione dei Tesolat finirà con me. Non voglio che i miei figli siano pellegrini, come tutti i miei padri.

La mia più grande paura, se continuo a vivere in Giappone, è che i miei figli diventino per me quello che io devo essere diventato per i miei genitori, un figlio che non era capace di comprendere a pieno le vite e la lingua dei suoi stessi genitori. Temo che anche i miei figli diventino stranieri rispetto a me. Questa è la solitudine che devono aver provato tutti i nostri genitori e nonni immigrati, e ora è arrivato il mio turno.

Da quando sono venuto in Giappone, un Paese con pochissimi immigrati europei, sento un legame speciale verso i miei genitori e parenti che sono stati pellegrini prima di me. Ricordo le lunghe telefonate con una cara zia, e  ricordo come sia cambiato il suo modo di parlarmi quando sono partito dal Canada. Mi parlava in un modo più profondo, come se, essendo io stesso un immigrato, potessi capire molto meglio il suo cuore. Certo, non ho mai conosciuto le difficoltà economiche che ha vissuto lei e non ho dovuto lasciare il mio Paese d'origine a causa delle condizioni economiche (nonostante anch'io abbia lasciato il Canada a causa di una recessione che aveva reso difficile la ricerca di un lavoro), ma in verità non mi parlava di queste cose. Mi parlava della sensazione di solitudine che si prova ad essere uno straniero in una terra straniera, a non avere sua madre accanto a sé, e questo potevo capirlo benissimo...  O Eterno, ascolta la mia preghiera, e porgi l'orecchio al mio grido.

Simile  alla solitudine dell'immigrato è la solitudine di chi è malato, o paralizzato come nel mio caso.

Penso alla mia stessa situazione. Improvvisamente paralizzato all'età di 39 anni, con due bambini da crescere in un Paese che non è il mio. La solitudine viene a trovare anche me di tanto in tanto.

La solitudine non è onnicomprensiva. La vita non si ferma per il malato o l'immigrato. Familiari e amici si sposano, nascono bambini e vengono battezzati, i bambini crescono, vanno a scuola, trovano un lavoro, si innamorano e infine si sposano e ci rendono nonni. Ci sono davvero troppe cose belle e persone buone attorno a noi per sentirsi soli tutto il tempo.

Ma come una vecchia amica di cui ogni tanto ci dimentichiamo, la solitudine viene a farci visita.

Per quello che mi riguarda, viene a trovarmi ogni giorno quando apro gli occhi la mattina. Rimane per un po', abbastanza per farmi sapere che è ancora lì. Sono sicuro che non la vedrò così spesso in futuro.

Per gli immigrati la solitudine si fa sentire soprattutto quando c'è una morte o una malattia nel Paese d'origine. Quando di fatto viene loro strappata via un'altra delle radici che li legano al passato. Ricordo questi momenti, a casa quando ero piccolo, e ricordo quando mio padre è morto e io ero in Giappone. Posso immaginare come si sia sentita la mia famiglia quando li ho chiamati e gli ho detto che ero paralizzato.

La solitudine si fa sentire anche durante i momenti felici, nonostante tutte le facce amiche attorno a noi, l'immigrato pensa a tutti quelli che non ci sono più: una madre, un fratello, un figlio. Posso immaginare come si siano sentiti i miei genitori durante i momenti felici in Canada, perché so che la solitudine è andata a trovarli così come ha fatto visita a me quando sono nati i miei due figli, lontani dalla loro nonna in Canada.

E la solitudine viene a trovarmi anche quando vedo gli altri padri giocare con i loro figli, andare in bicicletta, correre nel parco; tutte quelle cose che io non posso fare con i miei figli adesso. Quando vedo queste cose posso sentire sulla mia spalla la mano della mia vecchia amica.

Coloro che circondano l'immigrato e il malato non possono mai cancellare completamente questa sensazione di solitudine, ma possono accrescerla, soprattutto quando la società in generale li fa sentire indesiderati e non cerca di venire incontro alle loro esigenze. E questo è l'ultima questione di cui voglio parlare oggi. La questione è rivolta a tutti gli italiani, abitanti di un posto che conosco solo attraverso le storie dei miei genitori.

Oggi leggevo sul giornale in merito all'opinione degli italiani sugli zingari in Italia (il 68% degli italiani li ritiene dei criminali) e di altri spregevoli atti di violenza contro gli zingari. Chiedo agli italiani di ricordare gli emigrati che hanno lasciato l'Italia in cerca di una vita migliore perché l'Italia non riusciva a prendersi cura di loro. In effetti, questi emigrati che hanno lasciato l'Italia l'hanno aiutata a risollevarsi dopo la guerra.

E chiedo anche a voi in Italia di dare un'occhiata ad alcune importanti parole e cifre dal Canada.

“... tra gli scioperanti la maggioranza degli stranieri, soprattutto italiani, che a quanto pare si sono preparati a ricevere l'opposizione contro le loro richieste sfoderando il coltello, l'arma nazionale del 'dago'... ”(Daily News 1906).

“Una ghenga di bambini arriva gridando da una piccola strada laterale. Sono dei mascalzoncelli piccoli e sporchi, con i capelli spettinati e i vestiti tutti strappati. Ti chiedi perché non siano a scuola”. (Margaret Bell, sulle condizioni sociali degli italiani a Toronto, 1912).

E solo per non farvi pensare che io stia scrivendo di storia antica, non più tardi del 1977 un sondaggio sull'opinione dei canadesi nei confronti degli italiani per la prima volta indicava che il 40% dei canadesi collegava gli italiani al crimine.

Una società che si rivolta contro gli stranieri che ne fanno parte presto diventerà una società che si rivolta contro gli altri membri deboli e li tratterà come un peso. Prima gli immigrati, poi gli anziani, e infine i malati, e tutto questo servirà solo ad aumentare la loro solitudine.

D'altro canto invece, una società che fa un passo avanti verso chi è solo, raggiungerà grandi risultati.

Non dalla scienza, ma da un sentimento di fratellanza; è da lì che riceverò le mie cellule staminali.

lunedì 18 ottobre 2010

Dedicato a tutto il personale dell’M.Hospital! È stata lanciata la versione giapponese


From 15 September 2010 www.StemCellsandAtomBombs.blogspot.com: Dedicated to all of you at M.Hospital! Japanese version launched


Sito giapponese: www.Kansaibo-Genbaku.blogspot.com

Oggi (16 Settembre 2010) è stata lanciata la versione in giapponese del blog StemCells&AtomBombs [幹細胞&原爆] all’indirizzo www.Kansaibo-Genbaku.blogspot.com e stiamo lavorando alle versioni in Russo, Italiano, Francese, Cinese, Tedesco e Rumeno.

Visto che oggi è il mio ultimo giorno di permanenza in ospedale, ritengo doveroso dedicare il mio nuovo blog a tutto il personale dell’M.Hospital che mi ha aiutato in questo ultimo anno.

A tutti voi, vorrei dire grazie dal più profondo del mio cuore. Avrei voluto dirvelo personalmente, ma se ci avessi provato, le lacrime avrebbero lavato via le parole dalla mia bocca e quindi non avreste mai sentito il mio ringraziamento.

So di avere parlato delle cellule staminali con molti di voi durante il mio ricovero in ospedale. Spero che avrete il tempo di leggere questo blog. Ci saranno regolari aggiornamenti e mi farebbe immenso piacere sapere che leggete le mie parole in modo da poter continuare le nostre conversazioni. Se vi registrate per ricevere questi aggiornamenti del sito avremo l’assoluta certezza di essere sempre in contatto.

Diffondete le informazioni in qualunque lingua possiate.
Ricordiamoci che il mondo intero non è soltanto inglese. Parli un’altra lingua? Ti piacerebbe diventare un traduttore volontario per StemCells&AtomBombs? Inviami una e-mail. È così che funziona – le persone aiutano le persone.