domenica 10 ottobre 2010

Una notizia talmente bella da dare il voltastomaco

From 16 July 2010 www.StemCellsandAtomBombs.blogspot.com: Such great news that it will sicken you

Allora gli chiesero: «Come dunque ti furono aperti gli occhi?». Egli rispose: «Quell'uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: Và a Sìloe e lavati! Io sono andato e, dopo essermi lavato, ho acquistato la vista».

Chi è malato prega per un miracolo. Una specie di miracolo è proprio quello che è successo in Italia, anche se una dei responsabili dello studio, Graziella Pellegrini del Centro di Medicina Rigenerativa dell’Università di Modena, ha respinto questa interpretazione. «Qualcuno ha detto che si tratta di un miracolo, ma non è così: si tratta solo di una tecnica», ha detto Graziella Pellegrini.

Ha ragione: si tratta di una tecnica medica, ma è stato una specie di miracolo per le 82 persone su 107 che hanno riacquistato pienamente la vista (tra cui un uomo che è stato cieco per sessant’anni) e per altre 14 persone che hanno registrato un successo parziale.

Immaginate di non poter vedere anche per una sola ora e che poi basti una semplice operazione per riacquistare la vista: come definireste la cosa? Alcuni ci credono e altri no, ma prima che questa procedura divenisse di pubblico dominio, ci si poteva affidare solo alle preghiere per ottenere risultati simili. E adesso invece?

La prima volta che ho letto la notizia, questa tecnica veniva definita «un’innovazione», perciò il mio primo istinto è stato di verificare quando si erano verificati i fatti (a dire il vero, il mio primo istinto è stato di pensare che si trattasse di topi e quando ho scoperto invece che si trattava di persone sono rimasto molto meravigliato). Quando è successo? Oggi? Ieri? Forse la settimana scorsa? La mia idea di «innovazione» è quella di qualcosa che è appena successo, soprattutto se lo vedo scritto su un quotidiano tra le notizie di attualità.

Questo studio, esperimento, o come lo volete chiamare, è stato condotto tra il 1998 e il 2007. All’inizio ho pensato che i primi nove anni fossero solo una fase di prova; invece, continuando a leggere il resto dell’articolo, ho scoperto che una persona aveva riacquistato la vista da oltre 10 anni. Immaginate di vedere un quotidiano che titola «L’innovazione della bomba atomica» e di scoprire che l’articolo si riferisce al 1945.

Ma allora perché qui all’ospedale con me ci sono due persone cieche? Farebbero meglio a continuare ad affidarsi alle preghiere visto che non sembra vicino il momento in cui riceveranno delle cornee nuove.

Poi però ho notato qualcos’altro. L’articolo del Telegraph riportava degli articoli correlati in un riquadro e ne ho letto uno: «Curare la cecità con cellule staminali coltivate nelle lenti a contatto». Perché il giornale riportava due articoli distinti sulla stessa cosa? Beh, non è proprio la stessa cosa: la procedura alla base in sostanza è la stessa, ma è stata messa in pratica in Australia nel 2009. Ho cominciato ad avere il voltastomaco. 

Perché gli scienziati in Australia, in Italia, il Telegraph e altri giornali parlano tutti di innovazione? Tutto sembra essere avvenuto molto tempo fa, soprattutto dal punto di vista di chi al momento è cieco. Hanno curato chi è cieco, ma i ciechi che si trovano nel mio ospedale probabilmente stanno consumando i chicchi del rosario visto che non sanno nulla di tutto questo.

Poi ho pensato che se non è ancora disponibile, deve essere un’operazione complicata
. «Non è così», rispondono i ricercatori Australiani che la definiscono «davvero facile ed economica». Continuano dicendo quando la procedura sia magnificamente semplice: «Non serve un’operazione complessa…Se bisogna intervenire contro queste malattie nel Terzo Mondo, bastano il chirurgo e un laboratorio di cultura cellulare. Non servono strumenti elaborati».

Dove viene eseguita questa procedura
? Se la possono fare nel terzo mondo, perché non è ancora eseguita nel primo, nel secondo o nel centesimo mondo?

Speriamo che non si tratti di ricerca scientifica fine a sé stessa che interessa solo tre persone in Australia e centosei persone in Italia.


Parlerò ancora di questo argomento dopo che avrò scritto ad alcune organizzazioni in
Italia e in Australia per scoprire a che punto sono queste terapie o queste ricerche, perciò rimanderò a quel momento alcuni miei giudizi in merito alla questione, ma devo ammettere che il voltastomaco non mi passa.

PS: Grazie a tutti quelli che mi hanno chiesto perché non ho scritto nulla nell’ultima settimana. Mi si è rotto il computer e sono rimasto senza Internet per circa una settimana. Quel che è peggio, ho perso un bel po’ di materiale di ricerca per i prossimi articoli, ma pian piano sto riprendendo il ritmo e da adesso dovrei pubblicare uno o due articoli a settimana.

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